sabato 26 maggio 2007
there's still a little bit of...
Perché non lo sai cosa ti manca.
E ti ritrovi a cercare qualcosa per riempire il po' di vuoto dentro, ovunque.
Sii razionale, Camilla. Cosa cerchi? Poi pensa al dove.
Il problema è questo; razionalmente pesando, proviamo ad essere razionale, per una volta , la mancanza dovrebbe essere provocata o dovuta dal fatto che qualcosa, che prima c'era, ora non ci sia più. Puff, svanito.

Lo cerchi prima tra i giocattoli: è nell'infanzia che si sono perse tante cose. Tra gli scatoloni che ogni anno con una piccola stretta al cuore aiutavi la mamma a portare alla Caritas, con i pantaloni che ormai ti arrivavano agli stinchi e i giocattoli che non usavi più. Come quella volta che hai venduto il Tuo Primo Libro alla fiera a Martignano. Un Libro enorme, più alto di te, di cartone, una lettera e una parola, con varie illustrazioni, su ogni immensa paginona. E lo smontavi, ci facevi le capanne, ti ci nascondevi, ci facevi dormire peluche e cicciobelli. Cos'hai trovato, cercando tra i giocattoli? Ricordi sbiaditi, felici, annacquati, che non sai più distinguere dal racconto che ti hanno fatto di quelle situazioni, metabolizzati, idealizzati. Cosa ti manca? Forse qualche tuo peluche. Ma neanche.

Allora ti butti un po' tra i diari delle medie, i cahiers de souvenirs di Ouaga e i Livres d'Or dello Chateaubriand. Magari sono quelle belle feste, quelle boum francesizzanti e francofone che non hai più trovato da nessuna parte. Quelle serate pazze e ballerine. O i pigiama party ogni due settimane a vedere Grease, o il gelato in centro il venerdì pomeriggio.
Forse è quello. Ma ci sono state tante altre cose, dopo. Ed ora? Serate couscous, ristoranti cinesi, pizzerie, birrerie, pub. Ecco, le serate danzanti potrebbero essere una causa. Potrebbero. In parte. Ma perché sentirla ora, questa mancanza? Da molto tempo non frequenti più persone abbastanza allegre da voler ballare. Quelle che vogliono farlo si chiudono in discoteche (estremamente care) e super affollate ad ondeggiare (o anche: rimorchiare) appiccicati ad altri corpi sudaticci su musica senza melodia.

Cerchi negli anni di liceo. Forse un po' ti manca l'ambiente-classe. Quella classe che 3 giorni a settimana odiavi, quei visi contro cui imprecavi puntualmente, quelle frustrazioni, quei piccoli stress quotidiani del speriamo-che-non-mi-becchi. Ma è strano che ti manchi il liceo, proprio a te. Ne sei uscita pensando fosse la salvezza, la liberazione, la fine, l'epilogo delle tue torture. Guardi a Parigi, in quello strano liceo post-liceale pre-universitario d'élite in cui ti eri trovata per caso. Che mi manchino le spinte e la pressione del sentirmi dire 'Siete l'élite di questa nazione: se non siete abbastanza, non avete nulla da fare qui'? Strano. A Parigi ho pianto per un anno intero, praticamente. Certo, i bei momenti ci sono stati. Ma pochi.

Ho iniziato questo post perché sentivo un po' un vuoto dentro, e non me lo riesco a spiegare. Come sempre, conoscendomi, sono finita a parlare di nostalgie vicine-lontane lagnose e patetiche.
Credo però sia una questione ingarbugliata, complicata, legata agli amici ed alle persone che amo. E non ci voglio pensare. Ora ho sonno, domani mi tocca alzarmi alle 7 per studiare e ho mille altre cose belle e meno belle a cui pensare. dovrei concentrarmi su quelle.

Il vuoto dentro un po' rimane, ma tirare fuori ricordi...fa sempre bene.

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posted by Camilla at 21:19 | Permalink | 0 comments
domenica 20 maggio 2007
and when do you think you've sinned...
Domani, esame.
Dopodomani, esame.
Faccio esercizi, imparo a memoria, tento di capire una materia che mi è quasi completamente estranea.

Ho fatto un cd, con attenzione all'ordine delle tracce. Non ci facevo caso da molto tempo - maledetti mp3.

La mia telefilmite non accenna a diminuire ed il mio organismo si dispera in vista degli imminenti season finale e del drammatico serie finale di Veronica Mars, per dirne una.

Ma quest'estate ho almeno un paio di telefilmetti da guardare...

A Bruxelles fa ancora freddo. Freddo intendo: paille e piumone. Mi obbligo a non accendere i riscaldamenti ma la sera ho i piedi che si gelano.

Sto seguendo il Concours Reine Elizabeth con Soph, è splendido. Davvero, merita. Oramai sono rimasti in 12, sono i finalisti, saranno Laureati, e sono uno più bravo dell'altro. Ovviamente si risveglia il mio -infimo- orgoglio nazionale e tifo per l'italiana, Mariangela Vacatello, ma lo svizzero-italiano Francesco Piemontesi lo darei come favorito -tra i mascoli-. Dolcissime le due est-europee, la russa e la bulgara. Ah, è un concorso internazionale che a rotazione diventa di pianoforte, violino o canto. Quest'anno è pianoforte. C'è stata una preselezione su dvd, un round eliminatorio su due sonate, le semi-finali su un programma di 50 min e un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart, ed ora le finali, in cui generalmente portano un concerto e una sonata. (Mi aspetto tanti Rachmaninov *_*).

Mi distraggo, studio, mi scaldo, bevo quantità di latte inaudite, consumo quantità di caffè fuori dal normale, mi nutro di insalate varie e verdure (si, per la Eos si va anche avanti a zucchine) e pasta.

E' un periodo strano, voglio che passino questi due esami, voglio arrivare al più presto a Milano, abbracciare Chiara, riposarmi, studiare (CHIARA, HO DETTO STUDIARE XDDD), farmi dare qualche cosina che non ho di telefilmico, mangiare il pollo al sedano e tornare a Bruxelles più tranquilla per affrontare gli altri tre esami.

E poi, Roma, ci si riposa un poco e si riparte a mille per studiare, studiare, studiare. Avendo perso crediti a destra e a manca non riuscirò a laurearmi in tempo. Delusione, ma alla fine neanche troppa: credo che un anno a Parigi e un semestre a Bruxelles valgano qualche mese in più di stress per la tesi (a chi ci sta passando ora, a chi si laurea la settimana prossima, un in bocca al lupo enorme -crepi- e un abbraccio grande!).

E poi, c'è speranza per l'IEP...forse. Be', uno ci prova...

Mi consolo con qualche nuova canzone di iTunes, ripescata nei meandri dell'HD esterno.
No, io e l'economia difficilmente andremo d'accordo, anche nelle vite future, temo.


...do you fall upon your knees?

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posted by Camilla at 09:21 | Permalink | 0 comments
venerdì 11 maggio 2007
it's the wrong kind of place to be thinking of...
...mi manca, terribilmente, una macchinetta fotografica.
Lo so che non sono in posizione di lamentarmi.
Ma ho rispedito la Sonyna a Manu, e Giulietta l'avevo lasciata a casa perché ho già una decina di rullini non sviluppati che non ho i soldi per sviluppare.
E ora ho una EOS, ma è a Roma.
E io a Bruxelles.
Senza macchinetta fotografica.
Le volte che mi fermo al parco pensando ad inquadrature zoom, addirittura tempi e diaframmi.
Non vedo l'ora.
Eos.
Non vedo l'ora.
Mi manca fissare i momenti e i luoghi in immagini digitali ritoccabili riguardabili e mostrabili.
Mi manca una macchinetta fotografica.
Terribilmente.
Chissà che il mio progetto o quasi di business con Bab non possa davvero diventare realtà.
Chissà.
Intanto, mi manca quel clic rassicurante del cliché fatto e finito.

ma qui, lo small crime è mio. Lo so che è mio.
Me ne appioppo le conseguenze.
 
posted by Camilla at 00:01 | Permalink | 0 comments
martedì 8 maggio 2007
I'm a creep
Non per altro, eh, ma come dice la Try questo meravigliosissimo Blog su Lost mi ha intrippato quel poco di cervello che rimaneva libero dall'infinito programma di Storia Economica, riempendolo di meraviglievoli cazzate e impedendomi di toglierle per farci entrare l'altrettanto largo programma di Geografia Economica. Ed entrambi gli esami li dò 21 e 22 maggio (sempre se, per la novemilanovecentonovantaquattresima volta, non mi cambiano le date).
Cliccate sul blog, ma attenti: provoca dipendenza, è decisamente molto ironico, potrebbe far male al cervello.

Ah, è aggiornato alla programmazione americana di Lost e potrebbe contenere spoiler su Heroes, sempre aggiornati alla programmazione americana (d'altronde in Italia ancora non l'hanno esportato!). Occasionalmente, spoiler su '300' e qualche altro film.

L'autore è un genio, che ringrazio caldamente per le infinite risate e le notti insonni.

What the hell am I doing here?

Si, torno a studiare...

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posted by Camilla at 16:58 | Permalink | 2 comments
lunedì 7 maggio 2007
Well I've been there before...


...sat on a floor on a grey, grey room.

Tornati alla normalità u.u'
 
posted by Camilla at 13:43 | Permalink | 0 comments
mercoledì 2 maggio 2007
Some things in life may change...
C'è un profumo nell'aria, a volte, che ti ricorda l'inafferabilità di qualche momento passato.
Uno di quei profumi che ti riportano esattamente in un preciso istante del tuo vissuto; sai cosa è successo, lo ricordi. Eppure ti manca qualcosa nel visualizzarlo mentalmente. Ha contorni opachi di una vecchia fotografia. Sai per certo che la nonna ha solo tovaglie bianche eppure in quel profumo l'hai sentita blu. Sai che tuo cugino ha gli occhi scuri e glieli hai sentiti verdi.
Inspiegabile, insaisissable.

Non sto parlando né di madeleines né di tazze di thè, per carità.
Parlo di profumi che ricordano atmosfere, di atmosfere profumate che ricordano periodi, di periodi passati che vorresti riprodurre. O semplicemente rivivere. O di cui vorresti trovare foto che non hai mai fatto, per afferrarli meglio.

L'altra sera ero ad una conferenza, in università, che è finita intorno alle 22. Sono uscita, semi sorridente ed assorta, un po' nei pensieri su quello che era stato detto del povero e maltrattato argentico, un po' in Damien Rice che cantava ...time is contagious, everybody's getting old... a palla nelle mie orecchie.
Mi dirigo verso il tram.
Ai lati del viale c'è del prato, sul prato studenti che cantano con le chitarre. Alcuni hanno le tende, addirittura. Sotto un albero c'è un vero e proprio impianto amplificatore e un gruppo che suona. "Tribute to Jim Morrison", recita uno striscione.
Avrei voluto avere una macchinetta fotografica. Erano belli.
E a metà passo, mi fermo, interrompendo quel gesto semi automatico di ritiro e distensione del ginocchio. Scuoto il capo, facendo cadere le cuffiette.

Inspiro. Ancora. Non voglio espirare, potrei perderlo. Prima di scoppiare, espiro. Ed inspiro di nuovo. C'è, ma si sente che è effimero. So che ce ne sarà troppo poco nella prossima boccata d'aria. E rilascio piano piano piano piano. Piano.

Ci sono stata.
Sul bordo di quelle piscine così simili, prima dell'obbligatoria nuotata vestiti. E di cambiarsi tutti insieme, femmine in una camera e maschi in giardino, perché l'aria si sentiva fredda. Su quei prati radi e mal tenuti, dove si intravedeva rossa la terra battuta. Battuta da mille piedi, piccoli, che ballavano canzoni poco conosciute. Alla luce, al buio. Il massimo consentito erano le 9 di sera. E mio padre si faceva vedere sempre un po' prima, ''per non esagerare, che non ti vediamo da stamattina io e tua madre''. E ballavi i lenti di Céline Dion a mezzo metro di distanza (tranne nel caso in cui in quel momento stavi insieme al tuo cavaliere, al che eri autorizzata alle mani incrociate dietro la nuca e lui le sue dietro la schiena. Fin troppo sopra il sedere, non eravamo abbastanza maliziosi) ma gli sorridevi ed arrossivi. Tutti ballavano. Tutte le ragazze venivano invitate, nessuno si vergognava. E ballavi i ritmi impazziti degli Oasis degli inizi o dei Fool's Garden girando velocemente ad occhi chiusi, le mani intrecciate con il/la partner. Non avevi altri pensieri se non che i tuoi non arrivassero troppo presto. Prima che lui si avvicinasse nell'angoletto buio dove nessuno vedeva e tutti potevano guardare. E ti desse quel bacino sulle labbra che avevi aspettato tutta la serata.
Ci sono stata.
C'erano negli angoli le casse prese in affitto per la serata, quelle con i blocchi di ghiaccio rettangolari che tenevano fresche le sucreries, le bibite. Le 50cl di vetro, rigorosamente di vuoto a rendere. Le cocacola con la classica forma sinuosa, le fanta col vetro zigrinato, le sprite rarissime e con il pallini mezzi incavati nel vetro verdino.
C'era il fratello maggiore che faceva da DJ, oppure era il vicino di casa. O ancora ognuno andava lì e cambiava cassetta o cd.
Vas-y Frankie, c'est bon, vas-y Frankie, c'est bon bon bon..
Il trash ancora anni '80esco, il look ancora alla Beverly Hills. Ma quale look? Gli unici imperativi dell'ultima moda, in quell'angolo sperduto del mondo, erano i jeans, alle feste del sabato sera. E ancora, erano apprezzatissime le gonne. Mica le gonne corte! Lunghe e dritte. Avevo odiato mio padre perché diceva che se già ero bassa non mi aiutavano di certo, ma la mamma per rimediare mi aveva comprato le palladium a sandaletto coi tacchi. Bianche. E i jeans erano quelli da bambina, dritti, quasi per niente aderenti. E ne andavi fierissima. Sopra? Le più audaci scoprivano già l'ombellico con top a metà pancia. Io no. Io adoravo i camicioni un po' svasati. Erano di moda anche quelli. Con la canottierina sotto.

Ci sono stata. Sono tornata senz'aria (era un po' che avevo espirato, effettivamente) all'asfalto e alla musica tributo a Jim Morrison, sul marciapiede dell'Université Libre di Bruxelles.
Per un attimo ho fissato le cuffiette che dondolavano mandando qualche nota deformata di Damien Rice nell'aria mite, tiepida. Stranamente secca.

Ci sono stata.

Mi è rimasta una voglia infinita di Schubert, e di feste in giardino. Luci soffuse, e tanta bella musica, da ascoltare e da ballare.
E' la compagnia che va ricreata.
E quello, be'. E' molto più difficile.

In testa, tra gli altri pensieri, mi è rimasta Nobody's Wife. La ricordate, Anouk?
Aspettavo con ansia quel momento, perché erano due balli in uno. Iniziavi con un ragazzo, e poi le giravolte da pazza ad occhi chiusi le facevi con lui.

E, generalmente, per fine serata, last but not least, erano riservati i vari Mr Boombastic&Co. E, dulcis in fundo.
Killing Me Softly With His Song, Fugees.

...And some things, they stay the same. Like...souvenirs.
 
posted by Camilla at 17:09 | Permalink | 2 comments